Sentieri per un’educazione differente

Sab 01 Aprile 2017

Giornata di formazione sull’educazione di genere

Sabato 1 aprile 2017 ore 9.00 – 13.00 e 14.30 – 18.00
Istituto Superiore Keynes, via Bondanello, 30 – Castel Maggiore (Bo)

L’idea di riunire in un discorso comune tutti i gradi della scuola, dell’obbligo e non, per discutere, condividere e creare buone prassi per un’educazione di genere nasce da una duplice spinta interna ed esterna al mondo della scuola. Fuori di noi una cultura stratificata e diffusa induce ancora e legittima la subalternità delle donne. Dentro, nelle nostre scuole, la pluralità dei vissuti delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, delle studenti e degli studenti, rende urgente una revisione profonda dei nostri approcci formativi che troppo spesso funzionano come cinghia di trasmissione di un’idea di famiglia dal profilo immobile e irrigidito, lontana dai tanti modi della cura e dell’affetto che si vivono nei differenti contesti familiari di oggi.

Di qui l’idea di organizzare una giornata di formazione dedicata al tema delle differenze e di un’educazione che sappia divenire leva per ribaltare gli stereotipi di genere, per liberare le donne e gli uomini di domani da una pericolosa univocità dell’essere femminile e maschile di cui sono intrise tanto la didattica largamente perpetrata nelle nostre scuole, quanto l’editoria scolastica e i nostri atteggiamenti di educatrici ed educatori.
Una giornata per comprendere i meccanismi che stanno alla base della riproduzione di stereotipi anche nella scuola e per mettere a punto insieme comportamenti che li contrastino alla base.
Una giornata per incontrare e conoscere esperienze “altre” del fare scuola più attente alle identità di tutte e tutti e per comprendere come superare logiche spesso implicite nei nostri stessi vissuti di persone e insegnanti profondamente ruolizzanti.
Una giornata infine per costruire una rete a servizio dell’educazione di genere che vuole essere un bacino di raccolta di tante diverse esperienze già condotte nelle nostre realtà scolastiche, ma anche luogo di appartenenza per quelle e quegli insegnanti che troppo spesso si ritrovano soli o isolati a rivendicare un’istanza che la stessa legge 107 sulla scuola varata dal governo Renzi pone come uno dei criteri di indirizzo dell’operato dell’istituzione scolastica.

Schede degli interventi di formazione a cura del CESP

Daniela Paci, Giocare al rispetto.
Le discriminazioni tra uomo e donna sono una realtà molto ben radicata nella cultura italiana e come accade quando si lavora per un cambiamento culturale, è necessario partire dall’educazione delle nuove generazioni per risolvere strutturalmente il problema. Molte scuole hanno iniziato dei percorsi formativi per insegnare a studenti e studentesse a rispettarsi fra di loro e rifiutare la violenza, ma la maggior parte di questi interventi avviene nelle scuole primarie, secondarie o superiori, quando cioè gli stereotipi di genere sono già ben radicati tra ragazzi e ragazze e costituiscono terreno fertile per una visione distorta e iniqua dei rapporti tra generi. Per questo motivo il progetto “Pari o dispari? Il gioco del rispetto” vuole partire dall’età dell’infanzia, quando cioè bambini e bambine sono ancora permeabili ai concetti di libertà di espressione e di comportamento, al di là degli stereotipi.

Sara Bacchini, Liberi di essere, liberi di scegliere. L’importanza del linguaggio e della comunicazione a scuola e nella società.
Se imparassimo a scollegare la mascolinità o femminilità dall’azzurro e dal rosa, dagli elettrodomestici, dallo sport e da altre cose che con la nostra natura hanno ben poco a che fare, ci accorgeremmo che la nostra identità di genere non ha bisogno di stereotipi: saremmo semplicemente maschi e femmine liberi e libere di scegliere che lavoro fare o quale macchina guidare o, da piccoli, a quale gioco giocare. Durante gli anni della scuola primaria questi stereotipi si possono irrigidire, radicare, possono assumere la forza della norma e generare esclusioni, o almeno i presupporti per esclusioni future. Se invece gli insegnanti riescono ad avere la forza per analizzare se stessi con sguardo critico, allora possono modificare lo stile del il proprio agire in classe, aprire le prospettive dei bambini e delle bambine, porre in discussione gli stereotipi, costruire – nella quotidianità didattica e con attività mirate – uno spazio di confronto che sia accogliente per ogni punto di vista, creando i presupposti per riconoscere e accettare ogni differenza, in sé e negli altri.

Valentina Millozzi, Educare al genere, diseducare agli stereotipi: alcune riflessioni e strategie didattiche per la scuola media.
Nell’immaginario collettivo degli adulti, i tre anni di scuola media sono una fase limbo della vita, schiacciata tra le elementari e le superiori, in cui ci si ricorda di essere stati variamente stupidi, bruttini e complessati. Di quel che è successo in quel triennio non si conserva quasi memoria, eppure lì è avvenuto un passaggio delicatissimo: siamo entrati bambini e siamo usciti adolescenti. Essere docenti in questo livello di scuola significa anche saper gestire pedagogicamente un cambiamento così rapido e profondo facendo in modo di sollecitare e accompagnare dialoghi costruttivi sulle tematiche di genere, favorendo riflessioni che possano aiutare studenti e studentesse a distinguere tra identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale, disattivando ogni forma di discriminazione.

Davide Zotti, Il dispositivo dell’esclusione: l’omofobia nella scuola secondaria
La scuola pubblica e laica nata dalla Costituzione deve essere una scuola che include e riconosce, aperta alle trasformazioni sociali, un luogo fondamentale per contribuire alla produzione di identità. Essa si deve impegnare a costruire ambienti in cui il conflitto tra differenze possa diventare interazione e confronto, affinché la costruzione dell’identità di ciascuno studente si realizzi attraverso il riconoscimento dell’altro. Ma soprattutto non può permettersi di agevolare il dispositivo dell’esclusione, non può diventare un luogo dove imperano modelli normativi esclusivi e inconciliabili con altri esistenti e altrettanto plausibili. Essa deve promuovere l’uscita dal silenzio, far conoscere i problemi, le persone, le loro storie e le loro risorse, parlarne con i ragazzi e le ragazze, trovando il linguaggio adatto per ogni età, dalla scuola dell’infanzia a quella superiore, come fa per ogni altro argomento. Perché se per ogni adolescente la posta in gioco forse più importante è il “chi sono”, per l’adolescente omosessuale in molti casi questa posta può trasformarsi in una sfida impossibile, o possibile solo a costi personali troppo elevati.

Tavoli di lavoro

Associazione Famiglie Arcobaleno
Associazione indipendente nata nel marzo 2005 ed e’ composta da coppie o single omosessuali che hanno realizzato il proprio progetto di genitorialità. Le storie che raccontano propongono una grande varietà di modelli e situazioni di vita per aiutare i bambini e le bambine nella costruzione dell’immagine di sé e della realtà che li circonda. Nei personaggi proposti possono riconoscersi e rispecchiarsi sviluppando capacità di inclusione rispetto alle differenze individuali, familiari e di genere per prevenire la strutturazione di pregiudizi e comportamenti di bullismo, anche omofobico, nell’adolescenza.

Associazione Deneb
Deneb è una stella della costellazione del Cigno, ma è anche il nome del pianeta da cui proviene Mo, protagonista di Extraterrestre alla pari, bellissimo romanzo fantascientifico per l’infanzia di Bianca Pitzorno.
Atterrato sulla Terra grazie a un programma di scambio, Mo mette completamente in crisi la coppia di terrestri che lo ha in affido. E’ impossibile appurare se il piccolo E.T. sia un ragazzo o una ragazza. Su Deneb infatti i bambini nascono maschi o femmine, ma a nessuno è dato conoscere quale sia il loro sesso biologico fino a che non siano entrati nella fase adolescenziale. Per crescere i loro figli, ai denebiani occorre conoscere il loro carattere, le loro tendenze, i loro desideri, i loro punti deboli, non se sono maschi o femmine.
Ma a Mo viene spiegato che sulla Terra “con una bambina ci si comporta in modo differente che con un maschietto”…“Le brave bambine non si arrampicano sugli alberi!”, “fai l’ometto e non piangere come una femminuccia!”, “il rosa è un colore da femmine”.
Quante volte ci siamo sentiti ripetere queste frasi o ce le siamo involontariamente ritrovate in bocca? Abbiamo deciso di farci ispirare da Mo e dalla sua esperienza di bambina/o libera/o di crescere senza stereotipi ingabbianti.Tracciamo la nostra rotta e puntiamo in direzione Deneb: con la speranza, un giorno, di non dover cambiare pianeta per crescere in un mondo libero dai pregiudizi e dalle inibizioni legate all’essere femmine o maschi.

Associazione Maschile Plurale
I componenti dell’Associazione sono impegnati da anni in riflessioni e pratiche di ridefinizione della identità maschile, plurale e critica verso il modello patriarcale, anche in relazione positiva con il movimento delle donne. Le finalità principali indicate dallo Statuto dell’Associazione:
-promuovere una riflessione individuale e collettiva tra gli uomini di tutte le età e condizioni, a partire dal riconoscimento della propria parzialità e dalla valorizzazione delle differenze, nella direzione di un mutamento di civiltà nelle relazioni tra i sessi;
-impegnarsi pubblicamente e personalmente per l’eliminazione di ogni forma di violenza di genere, sia fisica che psicologica;
-facilitare una svolta nei comportamenti concreti di ciascuno, con le proprie diverse soggettività nelle relazioni interpersonali, nelle famiglie, nel mondo del lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle comunità religiose, nei luoghi della politica e dell’informazione, nonché nelle diverse occasioni di socialità […]

Associazione Il Progetto Alice
Nasce nel 2004 ed è una associazione di promozione sociale che si prefigge l’obiettivo di promuovere, attraverso le proprie attività, lo sviluppo di una cittadinanza attiva, basata sul rispetto e la valorizzazione delle differenze culturali e di genere, partendo dall’ambito educativo e della formazione, sia a ragazzi e ragazzi, che insegnanti, docenti, educatori e educatrici.
Il principale obiettivo dell’associazione è quello di incentivare il rispetto e la valorizzazione delle differenze, con una particolare attenzione alle differenze di genere come chiave di interpretazione della realtà per combattere gli stereotipi e le discriminazioni. Il secondo obiettivo è quello di costruire e sperimentare forme di educazione ed insegnamento con metodologie attive e non frontali, in grado di coinvolgere direttamente i beneficiari nel percorso dell’apprendimento, di fornire strumenti di lettura critica piuttosto che nozioni, stimolando la sperimentazione di buone prassi e la creatività.L’associazione Il progetto Alice svolge da anni laboratori e attività di formazione nelle scuole, nei centri di formazione professionale e presso strutture pubbliche.

Pina Caporaso
Insegnante nella scuola primaria a Pistoia, e regista, insieme a Daniele Lazzara, del lungometraggio Bomba libera tutti, dedicato alla riflessione sugli stereotipi di genere in una quarta elementare. Laureata in sociologa con una tesi premiata dall’Unione Femminile Nazionale, si occupa di studi di genere specialmente relativi all’educazione, anche degli adulti. È attivista in reti di donne e relatrice in convegni che riguardano il rapporto tra identità di genere, scuola, stereotipi, violenza e omofobia.

Luana Fusaro
Psicologa, Psicoterapeuta, Collaboratrice del servizio “Seres” per le problematiche scolastiche ed educative presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna.

Maria Beatrice Masella
Nasce a Taranto e vive a Bologna dal 1975, dove attualmente lavora come insegnante e pedagogista. Dal 2007 al 2010 pubblica la trilogia delle avventure di Hanna con la casa editrice Sinnos: Hanna & Fou. Il mistero delle saline (premio tecnico della giuria al Premio nazionale di letteratura per ragazzi “Mariele Ventre” 2008); Hanna & Fou. I castelli di sabbia; Hanna &Fou. L’aquilone ritrovato; libri rivolti a ragazzi e ragazze di una società multietnica del presente e del futuro.
Nel 2011 pubblica con la casa editrice Bacchilega Junior un libro per bambini e bambine nella collana Ri-storie, Il grande noce racconta: Sette storie per sette sere, e negli anni a seguire tre albi illustrati nella collana Viceversa: Bambini Bambine e sapori/ Famiglie a colori, Nannalibro/ Libronanna, illustrazioni di Nicolas Gouny, e La mia scuola è un grande fiume, illustrazioni di Agnese Baruzzi. I primi due albi sono stati inseriti nella bibliografia Nati per leggere 2015.
Nel 2013 ancora con la casa editrice Sinnos esce Respiro, romanzo per giovani adolescenti.
Ultimo albo illustrato IO SONO IO, illustrazioni di Jacobo Muniz, Leone Verde Editore, 2015.

Ospiti

I libri

Richiedi info

Alcune precisazioni

Ogni classe può aderire a non più di 1/2 incontri/laboratori per dare possibilità a tutti/tutte di partecipare.

Le iscrizioni verranno accolte in base al loro ordine di arrivo, fino a completamento dei posti disponibili, a partire dal 3 settembre e fino al 5 ottobre 2024.

Nel caso in cui la classe prenotata non potesse più partecipare, si chiede agli insegnanti un preavviso in tempo utile per eventuali sostituzioni.

La cancellazione o la modifica di un evento per eventuale successiva indisponibilità degli scrittori o illustratori verrà comunicata tempestivamente.