In poche righe, raccolte in un libro a soffietto, una bimba si descrive attraverso quello che le piace fare, come una filastrocca. Fare alla lotta, cucinare, arrampicarsi, giocare a carte e mille altre cose. Il sesso della protagonista si rivela solo alla fine del breve racconto, capovolgendo il soffietto, in un immagine poster che ne mostra il volto e il desiderio di restare fedele a sé stessa vivendo un’infanzia fuori dagli schemi.
«Mi piace quando mi azzuffo con mio fratello e ci rotoliamo sul lettone, uno sull’altro, come per fare la lotta, ma senza farci male» […]
«Non mi piace quando devo fare lo slalom nel piatto per saltare i broccoli cercando di inforchettare solo i fusilli..» […]
«Mi piace quando pedalo come un razzo e mi butto giù da una discesa con l’aria che mi fischia nelle orecchie e mi scompiglia i capelli» […]
«Non mi piace quando mi chiamano maschiaccio…» […]