Elena Bellei è giornalista e scrittrice e vive a Modena. Ha pubblicato per Incontri Editrice il romanzo Mater, dove finisce la terra e la raccolta di racconti Tutte le forme che può prendere l’amore. È stata finalista al Premio Loria con Storia di Lena e di suo figlio Vìtia che non smetteva di morire, un racconto sul disastro nucleare di Chernobyl, pubblicato da Marcos y Marcos. Con ArteStampa ha pubblicato Tornare alla luce, dedicato ai ritrovamenti archeologici delle mummie di Roccapelago sull’Appennino modenese, che racconta la storia di una giovane donna ritrovata mummificata con il figlio in grembo ed è arrivato finalista al Premio Giovane Holden. È autrice di Oriele e la fabbrica del tabacco per la casa editrice on-line Il Dondolo, dedicato alle operaie della Manifattura Tabacchi e messo in scena al teatro Pavarotti di Modena. Ha anche scritto alcuni testi teatrali fra cui Nostàlghia e Quando dio era una donna e viveva dentro un uovo, tratto da interviste a donne immigrate dall’Est Europa e messo in scena al Museo Etnografico di Modena e Senza cuore, uno spettacolo sulla tratta delle donne e la prostituzione, presentato al FestivalFilosofia di Modena.
Per il teatro Drama di Modena ha scritto: Vecchie parole, dedicato agli anziani di balera, Uomini in scadenza, sulla violenza di genere, Il viaggio di Koband, che racconta la storia di un giovane rifugiato curdo e L’ultima volta che ho visto il mio sangue, monologo di una donna sulla fine della vita feconda. Per il Museo Archeologico di Modena ha scritto Siamo rimasti troppo al buio, un testo dedicato ai ritrovamenti di tombe di epoca romana, messo in scena al Foro Boario di Modena e, per il FestivalFilosofia, Ogni mare ha un’altra riva, tratto da interviste ai profughi sull’isola di Lampedusa. Ha tradotto e pubblicato per Editori Riuniti e Laterza testi su psicoanalisi e femminismo.

Con Logos Edizioni ha pubblicato: Rosso (2020) e L’anima di Tian (2021).